- Il grande classico: "Ma gli URL di Shopify non si possono cambiare!"
- L'incubo dei contenuti duplicati: facciamo ordine tra tag, collezioni e varianti
- SEO Tecnica su Shopify: chi ha detto che non hai il controllo?
- La SEO internazionale: da barriera tecnica a opportunità strategica
- Performance su Shopify: come superare i Core Web Vitals
- Il verdetto finale: cosa pensare della SEO su Shopify?
Ammettiamolo, quella frase l'hai sentita anche tu. Magari in una riunione, o letta in un gruppo di discussione.
Suona più o meno così: "Sì, Shopify è una gran bella piattaforma, veloce, facile... ma per fare SEO seria, quella vera, non è abbastanza. È un po’ un giocattolino."
E subito parte il paragone con il caro, vecchio, solidissimo Magento, dove "potevi controllare tutto". La frase non detta, che noi però conosciamo bene, è che quel controllo totale arrivava spesso al costo di gran mal di testa, ticket infiniti verso gli sviluppatori e una lentezza pachidermica che i Core Web Vitals guardano con orrore.
Ecco, è ora di fare chiarezza. Perché parallelamente all'ascesa di Shopify come forza dominante dell'e-commerce, si è sviluppato un coro di scetticismo sulle sue reali capacità SEO. La nostra tesi è semplice: Shopify è una piattaforma eccezionalmente potente per la SEO, ma la sua celebrata "facilità d'uso" a volte nasconde una verità scomoda: senza una strategia e una guida esperta, anche il motore più potente gira a vuoto.
Molte delle presunte "limitazioni" di cui si parla online sono, in realtà, miti basati su informazioni obsolete, incomprensioni della piattaforma o, più spesso, conseguenze di errori strategici.
In questo articolo affronteremo sistematicamente ogni punto dolente: dalla struttura degli URL alla gestione dei contenuti duplicati, dal controllo sui file tecnici come il robots.txt fino alle complessità della SEO internazionale e delle performance. Lo faremo per dimostrare una cosa sola: un partner esperto non vede i presunti vincoli di Shopify come ostacoli, ma come un framework strutturato all'interno del quale applicare strategie avanzate, trasformando un negozio standard in un motore di crescita organica performante e sostenibile.
Il grande classico: "Ma gli URL di Shopify non si possono cambiare!"
Partiamo da una delle critiche che sentiamo più spesso, forse la più vecchia di tutte: la struttura "rigida" degli URL.
La lamentela è sempre quella: i prefissi come /collections/, /products/ e /pages/ ti impediscono di creare quella struttura gerarchica pulita (es. dominio.com/categoria/sottocategoria/prodotto), che molti considerano essenziale per un buon posizionamento. È una preoccupazione comprensibile, specialmente per chi arriva da piattaforme open-source dove la personalizzazione era totale.
La realtà: perché questo è un "non-problema" per la SEO moderna
La verità? Fissarsi sulla stringa dell'URL oggi è un "non-problema". Se una volta una struttura perfettamente nidificata era un fattore di ranking di un certo peso, i motori di ricerca moderni sono diventati molto più sofisticati. Oggi Google, per capire la gerarchia di un sito, dà un peso enormemente maggiore a segnali come i link interni, i dati strutturati e le sitemap.
La struttura di Shopify non è una svista, ma una scelta architetturale precisa del mondo SaaS (Software as a Service), pensata per garantire stabilità e performance a milioni di negozi che operano sulla stessa infrastruttura. È il compromesso intrinseco al modello: si scambia un controllo assoluto per una piattaforma completamente gestita e ad alte prestazioni.
La soluzione: costruire la gerarchia con i segnali che contano davvero
Anziché combattere una battaglia persa contro una caratteristica immutabile della piattaforma, una strategia SEO efficace si concentra sui segnali che i motori di ricerca oggi apprezzano realmente. Ed è qui che si lavora:
- Tag Canonici come prima difesa. Shopify implementa già in automatico e in modo corretto i tag canonici. Questo comunica a Google qual è la versione "ufficiale" di una pagina, risolvendo alla radice ogni potenziale dubbio legato a variazioni dell'URL.
- Link Interni Strategici. Questa è la chiave moderna per segnalare gerarchia e rilevanza tematica. Un mega menu ben progettato, link contestuali da articoli di blog a prodotti e sezioni di "prodotti correlati" sono segnali molto più potenti della parola "collections" nell'URL. L'obiettivo di una struttura a "silo" (raggruppare contenuti simili) oggi si raggiunge così.
Il punto è questo: la fissazione sulla rimozione del /collections/ deriva da una visione della SEO ormai superata. Il vero "problema" non è l'URL, ma la potenziale mancanza di una strategia moderna per dimostrare la gerarchia del sito. Il nostro ruolo, come partner strategici, è proprio questo: spostare l'attenzione da una caratteristica ininfluente a quelle strategie attuabili e di grande impatto che portano risultati veri.
L'incubo dei contenuti duplicati: facciamo ordine tra tag, collezioni e varianti
Passiamo al secondo grande spauracchio che tiene svegli la notte gli Ecommerce Manager: i contenuti duplicati. La paura, alimentata da innumerevoli articoli online, è che Shopify generi automaticamente una tale quantità di pagine identiche da farti penalizzare da Google. Le fonti di questa ansia sono quasi sempre le stesse: un singolo prodotto che, essendo in più collezioni, crea URL diversi; le varianti di prodotto (taglia, colore) con descrizioni identiche; la creazione di infinite "pagine tag" con pochissimo valore e la paginazione delle collezioni.
La realtà: distinguere le funzionalità dai difetti
La buona notizia è che l'architettura di Shopify è stata progettata tenendo già conto di queste problematiche. La piattaforma integra le soluzioni tecniche corrette; il vero rischio, quasi sempre, non risiede nel software ma nelle pratiche di chi gestisce i contenuti.
Vediamo i punti tecnici. Quando un prodotto si trova in più collezioni, il tema di Shopify assegna correttamente un tag rel="canonical" che punta all'URL primario del prodotto (quello con /products/). Questa non è una falla, ma è esattamente la soluzione standard e corretta per consolidare tutti i segnali di ranking (come i link) su un unico URL, evitando di disperdere valore. Allo stesso modo, le pagine di una collezione paginata (pagina 2, 3, 4...) usano i tag rel="next" e rel="prev", comunicando a Google che si tratta di una sequenza logica e non di pagine duplicate.
I veri colpevoli, quindi, quali sono? Le pratiche di gestione dei contenuti non ottimali. Usare le descrizioni generiche fornite dai fornitori per decine di prodotti crea vero contenuto duplicato, non solo sul tuo sito ma in tutto il web. Allo stesso modo, creare centinaia di tag a cui sono associati solo uno o due prodotti genera un esercito di pagine a "contenuto scarno" (thin content) che offrono zero valore agli utenti e diluiscono l'autorevolezza del tuo sito.
La soluzione: una strategia basata sulla governance (non sulla paura)
Una SEO efficace su Shopify non si basa sulla paura dei duplicati, ma su una governance dei contenuti che trasforma le potenziali criticità in opportunità. Invece di "riparare" presunti errori della piattaforma, si definiscono delle regole chiare.
- Contenuti unici per le varianti (dove serve). Non serve riscrivere tutto, ma dove ci sono differenze significative, una descrizione unica può fare la differenza. La descrizione di un "maglione di lana rosso" dovrebbe parlare delle qualità della lana, mentre quella di un "maglione di cotone blu" della sua traspirabilità.
In conclusione, i "problemi" di contenuto duplicato su Shopify non sono difetti tecnici, ma sfide di strategia dei contenuti e di architettura dell'informazione. La piattaforma ti offre strumenti flessibili come collezioni e tag per vendere meglio, e allo stesso tempo ti dà le soluzioni tecniche (tag canonici, possibilità di noindex) per gestirne le implicazioni SEO. Ciò che spesso manca è il livello strategico: una gerarchia ben pianificata e regole chiare. Ed è qui che un partner come Boraso fa la differenza: non "riparando" Shopify, ma fornendo la governance di cui hai bisogno per usare le sue potenti funzionalità senza crearti problemi.
SEO Tecnica su Shopify: chi ha detto che non hai il controllo?
Affrontiamo un altro mito persistente, quello della "scatola nera". L'idea è che Shopify non ti dia alcun controllo sui file tecnici critici per la SEO. Le lamentele sono sempre le stesse: il file robots.txt è completamente bloccato, la sitemap viene generata in automatico e non si può toccare, e implementare dati strutturati avanzati per ottenere i rich snippet è un'impresa impossibile. Anche in questo caso, parliamo di una visione superata dalla realtà.
La realtà: Shopify ti dà il controllo, ma in modo intelligente
La verità è che Shopify ha evoluto la sua piattaforma per offrire un controllo granulare su questi elementi, ma lo fa in modo da proteggere la stragrande maggioranza degli utenti da errori catastrofici, offrendo al contempo agli esperti le leve per agire.
- Il file robots.txt è modificabile. Sfatiamo subito questo mito. Dal 2021, Shopify permette una personalizzazione estesa del file attraverso un template chiamato robots.txt.liquid. Questo approccio è persino migliore dell'accesso diretto: Shopify continua ad aggiornare le regole di base secondo le best practice, mentre tu (o la tua agenzia) puoi aggiungere direttive specifiche per esigenze avanzate, come bloccare la scansione dei risultati di ricerca interni (Disallow: /search) o di un crawler specifico. Il 99% dei negozi non ne avrà mai bisogno, ma la possibilità esiste ed è sicura.
- La Sitemap è "intelligente", non "bloccata". La sitemap di Shopify (sitemap.xml) viene generata e, soprattutto, aggiornata automaticamente ogni volta che aggiungi un prodotto, una pagina o un articolo. Questa è una caratteristica potentissima, non una limitazione, perché previene l'errore umano nel mantenere aggiornato un file complesso. Include persino in automatico tutte le varianti internazionali se usi Shopify Markets. L'impossibilità di rimuovere manualmente un URL non è un problema, perché il modo corretto per farlo è usare una direttiva noindex sulla pagina stessa, che è la pratica SEO standard.
- I Dati Strutturati (Schema) sono già integrati. La maggior parte dei temi moderni di Shopify include già dati strutturati JSON-LD preinstallati per gli elementi chiave come prodotti, articoli e informazioni sull'azienda. Questo ti fornisce una solida base di partenza per ottenere i rich snippet fin da subito. Il punto non è che mancano, ma che a volte lo schema di base può essere un po' generico e va quindi arricchito.
La soluzione: potenziare le basi, non combatterle
Una gestione tecnica avanzata su Shopify non consiste nel combattere la piattaforma per avere un controllo assoluto, ma nel potenziare le solide fondamenta che già fornisce.
L'esempio perfetto sono proprio i dati strutturati. Per arricchirli, ci sono due strade:
- Modifica manuale del codice: Un esperto può modificare i file del tema per aggiungere allo schema del prodotto dettagli specifici che fanno la differenza, come informazioni sulla spedizione, politiche di reso o codici GTIN, popolando i dati dinamicamente.
- Soluzioni basate su App: Per la maggior parte degli utenti, la via più sicura ed efficiente è usare app SEO di alta qualità che automatizzano la generazione di dati strutturati avanzati per recensioni, FAQ, breadcrumb e molto altro.
La filosofia di Shopify privilegia la sicurezza e l'automazione, e questo è un vantaggio enorme. Su una piattaforma open-source hai il 100% del controllo, ma anche il 100% della responsabilità: un singolo errore nel robots.txt può de-indicizzare il tuo intero sito. Il modello di Shopify, invece, fornisce un default sicuro e ottimizzato per tutti, offrendo un metodo "controllato" (robots.txt.liquid) per consentire agli esperti di apportare modifiche mirate senza rischi. Questo ci permette, come agenzia, di concentrarci su personalizzazioni di alto impatto, come l'arricchimento dei dati strutturati, invece che sulla manutenzione ordinaria dei file tecnici.
La SEO internazionale: da barriera tecnica a opportunità strategica
Affrontiamo un tasto che, fino a qualche tempo fa, era davvero dolente: vendere all'estero. Le lamentele erano fondate: gestire diverse lingue, valute e strutture di dominio era un'impresa complessa, per non parlare dell'implementazione corretta dei tag hreflang, un incubo tecnico che spesso richiedeva un mosaico di app e soluzioni alternative per funzionare. Molti pensano che la situazione sia ancora questa, ma la realtà è cambiata radicalmente.
La realtà: Shopify Markets ha cambiato le regole del gioco
Oggi, con l'introduzione di Shopify Markets come soluzione nativa, è diventata un punto di forza. Questa suite di strumenti ha trasformato lo scenario, automatizzando gli aspetti tecnici più complessi.
- Flessibilità nella struttura degli URL. Shopify Markets ti permette di scegliere la struttura internazionale che preferisci, supportando le tre architetture principali raccomandate da Google: le sottocartelle (es. dominio.com/it-it), spesso la scelta più efficiente per consolidare l'autorità del dominio; i domini di primo livello nazionali (es. dominio.it), il segnale più forte per un paese specifico; o i sottodomini (es. it.dominio.com).
- Implementazione automatica dei tag hreflang. Questa è la funzionalità più potente e risolutiva. Shopify Markets genera e inserisce automaticamente i tag hreflang corretti sia nell'header del sito che nella sitemap. Questo è un vantaggio enorme, perché un'implementazione manuale errata dei tag hreflang è uno degli errori di SEO tecnica più comuni e difficili da diagnosticare. L'automazione di Shopify elimina quasi completamente il rischio di errore umano.
La soluzione: concentrarsi sulla strategia, non sulla tecnica
Con la piattaforma che si fa carico del lavoro tecnico pesante, la conversazione cambia completamente. Il focus si sposta dagli aspetti di implementazione a quelli di marketing e localizzazione, che sono le attività a più alto valore.
- Vera localizzazione, non semplice traduzione. Il successo internazionale non si ottiene con una traduzione automatica. Richiede una vera localizzazione dei contenuti che tenga conto delle sfumature culturali, delle espressioni idiomatiche, dei formati di valuta e, soprattutto, del comportamento di ricerca locale. Questo significa fare una ricerca di parole chiave specifica per ogni mercato e adattare i messaggi di marketing.
- Evitare le trappole comuni. È fondamentale evitare i reindirizzamenti automatici basati sull'indirizzo IP, che sono dannosi sia per l'esperienza utente che per i crawler di Google. La soluzione corretta, offerta nativamente da Shopify, è la geo-localizzazione che suggerisce all'utente la versione corretta del negozio, lasciandogli però il controllo della scelta.
Shopify ha trasformato la SEO internazionale da un incubo tecnico a una sfida di marketing strategico. La domanda principale non è più "Come implemento questo tecnicamente?", ma "Qual è la nostra strategia di ingresso nel mercato francese?". Questo eleva il ruolo di un'agenzia da semplice esecutore tecnico a partner strategico che ti aiuta a comprendere e conquistare nuovi mercati, sfruttando una piattaforma che ha democratizzato l'accesso al commercio globale.
Performance su Shopify: come superare i Core Web Vitals
E arriviamo all'ultimo punto: la velocità. Un'area dove circola un vero e proprio paradosso. Molti lamentano performance scarse su Shopify, quando la realtà tecnica ci dice che la piattaforma parte con un vantaggio quasi sleale rispetto ad alternative come Magento. La conversazione è spesso viziata da un'abitudine mentale: siamo così abituati a dover lottare per le performance che non riconosciamo una piattaforma che nasce per essere veloce.
La realtà: un motore che nasce per correre (e che è difficile da rompere)
Partiamo da un fatto tecnico: l'infrastruttura di Shopify è estremamente veloce e robusta. Si basa su una CDN globale di livello enterprise (Fastly) che garantisce tempi di caricamento rapidissimi in tutto il mondo. Il "motore" è già quello di un'auto da corsa. Per questo motivo, affermiamo con sicurezza che per rallentare un negozio Shopify, oggi, bisogna impegnarsi attivamente. È un atto di sabotaggio, non la condizione di partenza.
I colpevoli sono sempre gli stessi:
- Immagini pesantissime caricate senza ottimizzazione.
- Un sovraccarico di app, spesso inutili, che aggiungono script e rallentano tutto.
- Temi complessi e pieni di fronzoli che privilegiano l'effetto "wow" a discapito della velocità di caricamento.
Questo è un ribaltamento completo della logica a cui si è abituati con piattaforme open-source come Magento. Lì, la situazione è l'opposto: si parte da una base che, per sua natura, richiede un enorme e continuo sforzo di ottimizzazione (gestione della cache, configurazione del server, indicizzazione, scelta delle estensioni giuste) solo per raggiungere un livello di performance accettabile. Su Magento, l'impegno serve per farlo funzionare in modo efficiente; su Shopify, l'impegno, purtroppo, viene spesso messo per "romperlo".
La soluzione: quando il "meglio" non basta e vuoi l'eccellenza (Headless)
L'approccio che abbiamo descritto finora permette a un negozio Shopify standard di essere veloce, battendo la stragrande maggioranza dei competitor, specialmente quelli su piattaforme come Magento.
Ci sono però casi in cui le esigenze di business, per complessità o per requisiti di brand experience molto specifici, richiedono un livello di performance e personalizzazione che va oltre l'ottimizzazione di un tema.
È qui che si smette di ottimizzare e si inizia a riprogettare. La risposta è l'architettura headless.
Già Shopify "standard" è estremamente performante, ma se vuoi fare ancora meglio, l'headless è la strada giusta. Significa usare il potentissimo e affidabile backend di Shopify per tutto ciò che riguarda il catalogo, i pagamenti e la logistica, costruendo un frontend completamente su misura, con tecnologie all'avanguardia come Oxygen e Hydrogen.
Questo disaccoppiamento ti libera completamente dai vincoli di un tema e dal peso delle app che agiscono sul frontend. Il risultato è un controllo totale sul rendering della pagina e un'esperienza utente la cui velocità e fluidità sono limitate solo dalla bravura di chi la progetta. Non stai più mettendo a punto un'auto di serie, per quanto potente; stai costruendo un prototipo da corsa su misura per le tue esigenze. È la soluzione definitiva per chi non si accontenta di essere veloce, ma vuole essere il più veloce.
Il verdetto finale: cosa pensare della SEO su Shopify?
Se hai letto fin qui, il quadro che emerge è chiaro: la piattaforma non è solo "SEO-friendly", ma è un formidabile strumento per raggiungere una crescita organica significativa, a una condizione: che venga utilizzata con competenza. L'idea di un "giocattolino" con cui non si può fare sul serio, a questo punto, dovrebbe essersi dissolta.
Abbiamo visto come le presunte limitazioni – dagli URL "rigidi" ai contenuti duplicati, fino alla SEO internazionale e alle performance – siano in realtà miti basati su informazioni obsolete, problemi legacy ormai risolvibili o, più comunemente, sfide che si superano con la giusta strategia e conoscenza tecnica.
Anzi, Shopify gestisce in modo impeccabile molti degli elementi tecnicamente più complessi, come la generazione delle sitemap, l'implementazione dei tag canonici e la gestione automatizzata dei tag hreflang. Questo libera te e il tuo partner strategico dalla manutenzione fine a se stessa, permettendovi di concentrarvi su attività di valore più alto.
Il successo della tua SEO su Shopify, quindi, non è mai determinato dai suoi presunti vincoli, ma dalla qualità e dall'esperienza della strategia che ci costruisci sopra. La domanda giusta da porti, ora che hai una visione più chiara, non è più "Cosa mi permette di fare la piattaforma?", ma "Qual è il playbook che stiamo usando per vincere?".